Nasce nel 1913. Nel 1933 inizia ad esporre. Le radici della sua ricerca stanno nei recuperi figurativi degli anni venti e trenta, ispirati a ideali di solidità e chiarezza mediterranea, pierfrancescana, arcaizzante o classica (con Martini) e neo-etrusca (con Marino e Campigli). Aspetto fondamentale del suo lavoro è il dialogo con la tradizione e con la classicità. Scultore e disegnatore, è titolare della cattedra di scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma, città in cui si trasferisce, dopo la guerra, nel 1946. Ha insegnato a Monaco di Baviera e alla Scuola Belvedere di Oskar Kokoschka a Salisburgo. Fa parte, con Guttuso, Manzù, Fazzini, Marini, Sassu e Mazzacurati, del gruppo neorealista. Maurizio Calvesi scrive che l'arte di Emilio Greco è, almeno apparentemente, di facile accesso, e non soltanto...
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Nasce nel 1913. Nel 1933 inizia ad esporre. Le radici della sua ricerca stanno nei recuperi figurativi degli anni venti e trenta, ispirati a ideali di solidità e chiarezza mediterranea, pierfrancescana, arcaizzante o classica (con Martini) e neo-etrusca (con Marino e Campigli). Aspetto fondamentale del suo lavoro è il dialogo con la tradizione e con la classicità. Scultore e disegnatore, è titolare della cattedra di scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma, città in cui si trasferisce, dopo la guerra, nel 1946. Ha insegnato a Monaco di Baviera e alla Scuola Belvedere di Oskar Kokoschka a Salisburgo. Fa parte, con Guttuso, Manzù, Fazzini, Marini, Sassu e Mazzacurati, del gruppo neorealista. Maurizio Calvesi scrive che l'arte di Emilio Greco è, almeno apparentemente, di facile accesso, e non soltanto per le sue iconografie che parlano della bellezza ideale e nella natura, ma anche per i valori formali che agevolmente raggiungono la sensibilità dell'osservatore, per la finezza del modellato, le vibrazioni della luce, la fermezza dei volumi e, nella grafica, la sottigliezza del segno che si sposa alla delicata intensità dei chiaroscuri. Ha ricevuto Il Gran Premio della Scultura alla Biennale di Venezia (1956); La Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica per i Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte (1961) e Il Premio dell’Accademia dei Lincei per l’incisione (1993); è stato Accademico Nazionale di San Luca e Membro dell’Accademia Reale Belga. Tra le sue maggiori opere, le porte bronzee del Duomo di Orvieto e il ritratto scultoreo di Papa Giovanni XXIII. Il Museo all’aria aperta di Hakone gli ha dedicato una zona permanente di 1.800 mq chiamata Greco Garden. Il Museo dell’Ermitage di Leningrado gli ha dedicato una sala permanente di sculture e grafiche. Nel Museo Puskin di Mosca figura in permanenza un gruppo di sue opere A Collodi ha realizzato il monumento a Pinocchio. Sue opere figurano nei principali musei del mondo: Parigi, Musée d’Art Moderne; Londra, The Tate Gallery; Anversa, Musée Municipal de Sculpture en Plein Air; Monaco di Baviera, Neue Pinakothek; Bruxelles, Musées Royaux des Beaux Arts; Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna; Musei Vaticani, Galleria d’Arte Religiosa Moderna; Otterlo, Rijksmuseum Museum Kröller-Müller, Le Parc de Sculpture; Capetown, South Africa National Gallery; Kyoto, National Museum of Modern Art; Melbourne, National Gallery of Victoria; Brisbane, Queesland Art Gallery; Johannesburg, Johannesburg Art Gallery; Tokyo, Bridgestone Gallery; Kobe, Modern Fine Arts Museum; Budapest, Szépmuvészeti Muzeum; Bratislava, Slovenska Narodna Galeria; Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna; Firenze, Galleria degli Uffizi.
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